La biacca, belletto bianco…
La biacca, o bianco di piombo, è un pigmento inorganico il cui costituente principale è il carbonato basico di piombo.
Quando guardiamo i ritratti femminili settecenteschi spesso rimaniamo stupiti della bianchezza gessosa dei volti, che viene di solito attribuita alla gamma coloristica troppo fredda di certi artisti. Forse è più esatto rifarsi alla moda del tempo che comandava alle donne di imbellettarsi il viso con biacca o cerusa, velenosa all’organismo e nociva alla carnagione perché contenente piombo. La cerusa dà appunto al viso quel bianco spettrale che rende le fisionomie del tempo più simili a freddi volti di fragili statuine di porcellana che a visi di persone vive. Conosciuto e utilizzato fin dai tempi più antichi è stato l’unico bianco disponibile, e comunque il più diffuso, in seguito, con l’inserimento in commercio del Bianco di Zinco (nel 1840 circa) e nel XX secolo (1930 circa), del Bianco di Titanio, il suo impiego è parecchio diminuito fino quasi a scomparire del tutto. Oggi viene usato esclusivamente da alcuni pittori particolarmente legati alla tradizione, seppur raramente, in lavori di restauro.